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Le Adunate
Ci si prepara bene per l’adunata. Ci si prepara d’anticipo, sia per lo spirito dell’incontrarsi, che per la logistica. Per la logistica, perché non bisogna abusare della disponibilità della città ospite e quindi è doveroso organizzarsi per la propria autonomia e la buona conoscenza di direttive, orari, servizi e quant’altro deve essere utilizzato comunitariamente.
E per lo spirito, perché non si va solo per ricevere amicizia, ma anche per portarla, per condividerla, arrivando quindi in sintonia con lo spirito ed il tema proposto per l’adunata. Ed anche perché, se nell’allegria è apprezzabile l’esuberanza, è pur vero che la sobrietà non è mai bastevole quando si tratta di non scadere nella gazzarra e nel disordine, quando “… tam pro papa quam pro rege, bibunt omnes sine lege… ”!!
Poi si arriva e si centellina il sabato. Ci si addentra prima alla riscoperta della città ospite, al ritrovare i suoi luoghi, i suoi incroci, la sua ospitalità. Si parte quindi alla avventurosa ricerca dei vecchi amici di sempre (ci saranno ancora, saranno venuti, li troverò? E ci si fa prendere nella rete delle nuove conoscenze, dal piacere di scoprire la sempre presente capacità di stare assieme a chi condivide con te qualcosa di valido, di solido.
E così la domenica si è pronti per la sfilata: paziente e nervosa, sempre uguale e diversa, faticosa ed elettrizzante.
Ci si ritrova contemporaneamente attori, comprimari e comparse di un’unica grande rappresentazione corale, osservatori ed osservati, plaudenti ed applauditi, dove i ritmi, i suoni, le luci di sempre ti danno l’ebbrezza dell’esserci, del testimoniare, del contarsi.
Del continuare nell’impegno, che è di tutti e pubblicamente sottoscritto.
E così l’adunata forse sarà sempre uguale, si, ma non perché non ha più nulla da dire.
È sempre uguale perché sempre uguale è l’amicizia che lega gli alpini alle persone, alla terra, alle radici comuni.
Sempre uguali e confermati sono gli ideali di vita.
È altro che cambia. Sono gli strumenti per realizzarli che cambiano, con il cambiare delle epoche, e ci chiamano a nuove esperienze.
Che raccontiamo nelle Adunate, come nelle “cante”, come nelle serate attorno al fuoco.
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